IL PREMIO FAUSTO ROSSANO RICORDA "KARIM"
Inauguriamo la IX edizione del Premio Fausto Rossano omaggiando Abderrahim Karim venuto a mancare il 24 Gennaio 2023.
Il regista spagnolo Gonzalo Ballester ha raccontato gli ultimi mesi di Karim in Spagna nell'omonimo documentario premiato all'ultima edizione del festival. Nel film abbiamo visto i sogni di Karim infrangersi e spegnersi come onde contro l'ostilità di un mondo che ha dimostrato di non volerlo.
In filigrana, la vita di questo migrante marocchino viene letta e analizzata attraverso il tema psicologico della sindrome di Ulisse, una sindrome quasi sconosciuta, caratterizzata da stress cronico e multiplo, disperazione e frustrazione; sintomi fin troppo spesso ignorati e condivisi da moltissime altre persone migranti.
Questa condizione, preoccupante per la salute mentale di coloro che sono costretti a viaggiare per salvare la propria vita o per cercare condizioni esistenziali migliori, porta i soggetti che la vivono a ignorare i sintomi di frustrazione e disperazione che esperiscono poiché convinti che il cambiamento che stanno affrontando è comunque qualitativamente migliore rispetto alla condizione vissuta in precedenza.
Ed è proprio a questo punto che può insorgere la sindrome di Ulisse: uno stato d’animo che nasce dalla paura e dal senso di disagio nell’affrontare una situazione di cambiamento, di svantaggio sociale, di terrore del fallimento, di solitudine e disillusione.
Essa si può manifestare in due modi opposti:
Entrambi i comportamenti, se portati all’estremo, possono essere considerati disturbi emotivi. L’esaltazione o la denigrazione eccessiva di uno o dell’altro Paese, infatti, sono da leggere come una distorsione emozionale della realtà. Solitudine, fallimento e paura sono solo alcuni dei fattori di rischio associati alla sindrome.
Salutando Karim, vogliamo sottolineare ancora una volta la necessità di riconoscere tutte le forme in cui il disagio psicologico influenza le vite delle persone, e in particolare di coloro che provengono da condizioni di svantaggio culturale, sociale, economico e razziale, e ci impegniamo quotidianamente per promuovere una società più giusta e inclusiva.
Lo Staff
Il regista spagnolo Gonzalo Ballester ha raccontato gli ultimi mesi di Karim in Spagna nell'omonimo documentario premiato all'ultima edizione del festival. Nel film abbiamo visto i sogni di Karim infrangersi e spegnersi come onde contro l'ostilità di un mondo che ha dimostrato di non volerlo.
In filigrana, la vita di questo migrante marocchino viene letta e analizzata attraverso il tema psicologico della sindrome di Ulisse, una sindrome quasi sconosciuta, caratterizzata da stress cronico e multiplo, disperazione e frustrazione; sintomi fin troppo spesso ignorati e condivisi da moltissime altre persone migranti.
Questa condizione, preoccupante per la salute mentale di coloro che sono costretti a viaggiare per salvare la propria vita o per cercare condizioni esistenziali migliori, porta i soggetti che la vivono a ignorare i sintomi di frustrazione e disperazione che esperiscono poiché convinti che il cambiamento che stanno affrontando è comunque qualitativamente migliore rispetto alla condizione vissuta in precedenza.
Ed è proprio a questo punto che può insorgere la sindrome di Ulisse: uno stato d’animo che nasce dalla paura e dal senso di disagio nell’affrontare una situazione di cambiamento, di svantaggio sociale, di terrore del fallimento, di solitudine e disillusione.
Essa si può manifestare in due modi opposti:
- con una distorsione della realtà che prevede l’esaltazione della propria Patria (vista come una Terra Promessa in cui tutto è bello ed idilliaco) e la “demonizzazione” del nuovo Paese, considerato un nemico che causa solo sofferenza (un posto orrendo dal quale si vorrebbe fuggire), non rendendosi conto che la vera causa del proprio malessere non proviene dall’esterno ma da se stessi;
- con una distorsione della realtà che prevede l’esaltazione del Paese ospitante, e la denigrazione del proprio Paese d’origine.
Entrambi i comportamenti, se portati all’estremo, possono essere considerati disturbi emotivi. L’esaltazione o la denigrazione eccessiva di uno o dell’altro Paese, infatti, sono da leggere come una distorsione emozionale della realtà. Solitudine, fallimento e paura sono solo alcuni dei fattori di rischio associati alla sindrome.
Salutando Karim, vogliamo sottolineare ancora una volta la necessità di riconoscere tutte le forme in cui il disagio psicologico influenza le vite delle persone, e in particolare di coloro che provengono da condizioni di svantaggio culturale, sociale, economico e razziale, e ci impegniamo quotidianamente per promuovere una società più giusta e inclusiva.
Lo Staff
Trailer "Karim" from Gonzalo Ballester on Vimeo.