pfr
premio fausto rossano

Per il Pieno Diritto alla Salute

FAUSTO ROSSANO

Fonte: Wikipedia


Fausto Rossano (Ercolano, 2 luglio 1946 – Napoli, 1º agosto 2012) è stato un medico, psichiatra e psicanalista italiano, analista junghiano.


Il "Premio Fausto Rossano per il pieno diritto alla salute" (PFR) è un evento annuale organizzato dall'Associazione "Premio Fausto Rossano", nata con l’intento di ricordare la figura e il lavoro dello psichiatra e psicanalista junghiano Fausto Rossano, all'indomani della sua prematura scomparsa avvenuta nel 2012. Attraverso il linguaggio cinematografico e il confronto tra autori, esperti e testimoni, il PFR si pone il duplice obiettivo di sensibilizzare la coscienza sociale alla lotta contro lo stigma e i pregiudizi che circondano la sofferenza psichica nelle sue più varie accezioni, e di promuovere la centralità delle persone nei contesti concreti della loro vita.

CHI ERA FAUSTO ROSSANO
Psichiatra e psicanalista junghiano, Fausto Rossano è stato Direttore del Dipartimento di Salute mentale dell'ASL NA1, nonché ultimo Direttore sanitario dell'ex Ospedale Psichiatrico Leonardo Bianchi di Napoli, di cui curò la dismissione attraverso un percorso articolato e complesso, fino ad allora mai sperimentato, che mirava a restituire ai pazienti, per anni rinchiusi ed emarginati dalla società tra le mura del manicomio, tutta la dignità di esseri umani di cui erano stati privati durante la destrutturante degenza manicomiale. E' in nome di questo principio che si batté ed ottenne la creazione di un Ufficio Speciale per la Dismissione, attraverso il quale riuscì ad attivare il percorso inverso a quello di "istituzionalizzazione" e "chiusura" che i suoi pazienti avevano sperimentato entrando nel manicomio, restituendo loro, attraverso una spiccata sensibilità ed una speciale attenzione ai più profondi bisogni e necessità di quei pazienti che lui amava chiamare semplicemente "persone", la libertà di riappropriarsi della propria vita e soprattutto della propria identità. Attraverso la creazione di nuove strutture territoriali rispettose di quelle singole persone, delle relazioni instaurate durante la "reclusione" in manicomio, e dell'identità profonda di ciascuna di esse, Fausto Rossano tracciò le linee guida di un nuovo approccio assistenziale più umano, attivo e dignitoso, nei confronti di tutte quelle persone il cui disagio psichico aveva rappresentato fino ad allora motivo di imbarazzo, paura, vergogna, reclusione, emarginazione e ingabbiamento forzato, fisico e mentale, tra camicie di forza, lacci ben stretti e trattamenti farmacologici obnubilanti e annichilenti.

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che  evitare che, smesse le camicie di forza dei manicomi, queste vengano sostituite con gabbie farmacologiche; o, ancora ad esempio, dalla pervasiva influenza dei modelli psicofisici proposti ed imposti come vincenti e causa, in fondo, di insoddisfazione e di diffuso senso di inadeguatezza.




Convinto che la questione della dismissione non fosse un fatto Fausto Rossano, che, a poco meno di cinquanta anni, ha già avuto ampia esperienza di entrambi i fronti della psichiatria contemporanea (quella ospedaliera e quella territoriale), la realtà del manicomio come "residuo" da smaltire entro un termine prestabilito non è accettabile, per cui si batte, e vince, affinché il processo di dismissione venga visto come un percorso sanitario e non come un mero adempimento burocratico.

È in nome di questo fondamentale principio, teso ad impedire che, chiusi i manicomi, si creino realtà parallele di reclusione ed emarginazione, magari nel circuito della sanità privata, pronte ad accogliere le centinaia di ospiti in dismissione, che Rossano chiede ed ottiene dalla Direzione dell'ASL NA1 la creazione di un Ufficio Speciale per la Dismissione,

posto sotto la diretta responsabilità della Direzione generale, in modo da perseguire la massima efficacia possibile in un cammino che ben presto si mostra estremamente complesso.

allora si deve immaginare per loro qualcosa che mai, nella storia della psichiatria manicomiale, era stato realizzato: occorre attivare il percorso inverso a quello di 'istituzionalizzazione' che hanno sperimentato entrando nel manicomio; occorre ridare loro identità, sapere chi sono, ricostruire le loro provenienze, rendersi conto di quali relazioni di amicizia abbiano intrecciato nei lunghi anni del manicomio con gli altri 'ospiti' come loro, percepire se siano nati sentimenti affettivi.
cercare di smettere di aver paura di una diversità da canoni di normalità che sono tutti da definire è uno degli obiettivi culturali che Fausto Rossano pone per se stesso e per l'intera operazione.

evitare che, smesse le camicie di forza dei manicomi, queste vengano sostituite con gabbie farmacologiche; o, ancora ad esempio, dalla pervasiva influenza dei modelli psicofisici proposti ed imposti come vincenti e causa, in fondo, di insoddisfazione e di diffuso senso di inadeguatezza.

A CHI E' RIVOLTO IL PREMIO
Il Premio è rivolto a tutti gli autori di opere audiovisive di tutti i generi (fiction, documentario, animazione, etc.), purché trattino uno dei differenti aspetti della sofferenza psichica e/o della salute mentale, con particolare attenzione al diritto alla salute globalmente intesa come “pieno benessere fisico, psichico e sociale”. I film, cortometraggi o lungometraggi, ammessi al concorso possono essere di produzione nazionale o internazionale, con particolare riferimento all’area mediterranea.

COME PARTECIPARE
Per partecipare basta scaricare il bando e seguire tutte le indicazioni in esso contenute.
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CONTATTI
Per maggiori informazioni scrivere a:
info@premiofaustorossano.it